Museo Civico Luigi Varoli
Il Museo Civico Luigi Varoli è un museo dislocato in più sedi comprese tra Palazzo Sforza, Casa Varoli e Casa Magnani. La tipologia delle collezioni, nata e costruitasi intorno alla donazione Varoli, che costituisce il cuore pulsante delle raccolte, abbraccia anche una sezione archeologica e la casa di Arialdo Magnani, un artista che fu allievo del maestro cotignolese.
L'eterogeneità delle collezioni risponde e corrisponde allo sguardo curioso ed inquieto che ha caratterizzato e attraversato la vita e le opere di Luigi Varoli, pittore, scultore (terracotta, cartapesta e ferro), musicista, maestro d'arte (e di vita) per adulti e bambini, in qualche modo archeologo e conservatore, raccoglitore di piccole mirabilia, uomo "giusto". Un fare urgente, febbrile e quotidiano il suo, imprescindibile dall'artigianalità e dal mestiere inteso come dialettica tra sapere antico e sperimentazione, filtrato da un approccio quasi animista nei confronti delle cose e dei materiali. Una ricchezza catturata, trattenuta e custodita gelosamente dai due luoghi che ne conservano memoria e lavoro: il Museo al primo piano di Palazzo Sforza e la Casa Varoli, che si trova esattamente di fronte.
Nella prima sede il percorso si costruisce e dipana intorno alle opere del maestro, i bellissimi mascheroni in cartapesta raffiguranti personaggi cotignolesi catturati in un periodo di grande povertà e umanità che è quello dell''immediato dopoguerra, la ritrattistica, sia pittorica che scultorea (terracotta, legno), gli autoritratti, i nudini e altri piccoli quadri intimi e privati, con pennellata infuocata, bruciante ed espressionista, dipinti estremamente vivaci e felici nel gesto impetuoso, materico e quasi stenografico, e poi alcuni quadri di maggiori dimensioni e molto noti come il "Ritratto della pittrice (Olga Settembrini) " e "'Uomo con vesciche".
La Casa Varoli è un vero e proprio scrigno che riporta alle atmosfere della casa d'artista, quasi una wunderkammer, tra teschi e crani di animali, burattini, marionette, gessi, strumenti musicali, maschere, fotografie del primo novecento, ex voto, crocifissi lignei, mobili antichi e una piccola ma preziosa biblioteca in cui spiccano due libri originali di Depero, tra cui il Dinamo Azari (quello "rilegato" con i bulloni). Un luogo affascinante, intrigante ed un po' misterioso, che si estende nel grazioso giardino ricco di reperti, con un interessante, bizzarro ed insolito muro di cinta, ricco di sorprese incastonate tra i mattoni.
La visita alla casa dell'artista permette quindi di completare il percorso avviato al Museo e di ben comprendere le differenti tensioni e contraddizioni che animavano l'impegno, la poetica e la vita del maestro, per certi versi scontroso, isolato e radicato ai suoi luoghi d'origine e appartenenza, eppur capace di mantenere contatti con autori internazionali come il già citato Depero, Moreni e con una schiera molto ampia di artisti che nella sua scuola si sono formati e incontrati animando un vero e proprio cenacolo. Una vocazione pedagogica, una generosità ed energia che ne hanno fatto un punto di riferimento per molti: ora artista, ora maestro, talvolta padre.
Per visitare la sezione archeologica si deve invece tornare al primo piano di Palazzo Sforza (qui una madonna lignea) e nel suo giardino con l'importante e ben conservata stele romana di Caio Vario.
L'ultima sede del museo è la casa di Magnani, pittore, poeta e ceramista, l'allievo più naif, e sognante di Luigi Varoli. Qui un piccolo mondo intatto, un teatro incantato, candido, felice, con lieve malinconia che veste e ammanta le piccole cose.
ORARI:
Martedì, mercoledì e giovedì dalle 8.30 alle 12.30 telefonando ai numeri: 0545 908810 – 320 4364316
Venerdì 16.30 – 18.30;
Sabato e domenica 10.00 – 12.00 e 15.30 – 18.30
Corso Sforza, 21 48033 Cotignola
Tel. 0545 908810 - 320 4364316
email museovaroli@comune.cotignola.ra.it
Chiusura estiva del Museo Varoli: dal 01/08/2022 al 31/08/2022.