Cenni Storici
La vocazione alle grandi imprese, la vocazione all’arte, la laboriosità degli uomini.
Dai capitani di ventura di ieri ai personaggi di oggi
Terra di condottieri
“Senza limite la ferocia di costoro: devastate le campagne, arse e saccheggiate le città, violate le fanciulle, i prigionieri torturati, abbacinati, bruciati vivi, dati in pasto ai cani e i corpi loro fatti a pezzi, e non essendovi altre armi che le loro, avveniva che persone, province, onore, tutto precipitasse in mano di questi barbari avventurieri. L’Italia osservava con dispetto quelle orde di avventurieri… aspettava un genio che a quelle milizie mostrasse in che è locata la gloria e dove l’infamia, le trascinasse nelle campagne, le mettesse in militare ordinanza e le spingesse salde, compatte e meglio agguerrite a mutare il destino delle città o volgere in fuga scompigliata i fanti e cavalieri stranieri.
E venne quindi il genio cui sospirava l’Italia: Alberico da Barbiano.”
Questa l’immagine che lo storico Fabretti dà di Cotignola. Una storia fatta di imprese memorabili e coraggiosi capitani di ventura, di splendori e personaggi illustri. La storia degli Sforza, di Alberico il Grande, degli artisti Marchesi e Zaganelli. Ma anche la storia di una Cotignola minore, che ha conosciuto momenti bui e forti crisi, per arrivare alla pressoché totale distruzione con il secondo conflitto mondiale.
Le origini romane
Sono numerosi i reperti archeologici rinvenuti che testimoniano insediamenti romani già prima dell’era cristiana. Fra tutti quello rinvenuto il 12 agosto 1817: la stele funeraria di C. Vario, monumento di notevole pregio. Risale ai primi decenni dell’età imperiale l’urnetta cineraria in pietra d’Istria. Altro importante reperto databile alla fine del I secolo d.C. è una grande lastra in calcare biancastro rinvenuta nella metà del secolo scorso.
Il nome “Cotoniola” compare per la prima volta in un documento del 1° febbraio 919, una pergamena conservata nell’archivio arcivescovile di Ravenna nella quale si legge che l’Arcivescovo Costantino concede a livello le terre poste “nei fondi di Cotoniola e Flumisiana” della Pieve di Santo Stefano in Panigale. Successivamente il territorio prese il nome di Cotignola, come è attestato da un documento del 1177. Diverse le ipotesi e congetture circa l’origine del nome. La più attendibile è certamente quella che vuole la provenienza di questo nome alla particolare attitudine del terreno alla coltivazione della mela cotogna. A testimonianza di ciò, il fatto che questa venne assunta come simbolo nel primitivo stemma del Comune.
La grandezza di Cotignola nel Rinascimento
Nel XIII secolo Cotignola conobbe un periodo di continue lotte e inarrestabili contese. Diversi i dominanti che si succedettero, con i Faentini in primo piano. Ancora più intricata la storia del prima metà del XIV secolo, che vede tuttavia Cotignola in una fase di crescita e di sviluppo. Dopo un breve momento di relativa stabilità politica, nel 1376 avvenne un episodio determinate per la storia di Cotignola, quando John Hawkwood, comandante di una compagnia di ventura inglese, ricevette nel 1372 da Papa Gregorio XI la Città di Faenza, la Terra di Bagnacavallo ed il Castello di Cotignola. Giovanni Acuto, decise di cingere Cotignola di nuovo di mura con baluardi. Da allora in poi il paese venne considerato di grande rilievo e notevole importanza, come è scritto nell’atto notarile del Notaio Pio del Quondam Zangolino de Pedercinis datato 23 giugno 1376 e conservato presso l’archivio di Cotignola. Successivamente fu il Marchese Nicolò II di Ferrara. Il dominio estense fu tuttavia molto breve. Terminò infatti nel 1395 quando la città fu conquistata dal Conte Giovanni di Cunio, Signore di Lugo. I Conti di Cunio mantennero il dominio fino al 1409, anno in cui Cotignola passò nelle mani della Chiesa. Solo due anni dopo, per saldare un debito di 17.000 scudi, la Chiesa cedette il territorio al famoso capitano di ventura Muzio Attendolo Sforza, che ebbe i suoi natali proprio in terra cotignolese e iniziò la carriera militare nella compagnia di Alberico da Barbiano. È allora che Cotignola venne elevata al titolo di Contea da Papa Gregorio XII. Alla morte di Muzio nel 1424, la Contea passò al figlio primogenito Francesco, che divenne in seguito Duca di Milano. Fu invece Ludovico il Moro ad insignire Cotignola del titolo di Città nel 1495. Dopo la fine della dinastia sforzesca, durante la quale la città conobbe il momento di massimo splendore e sviluppo economico, Cotignola passò al dominio dei Francesi, degli Estensi e infine della Chiesa, fino all’anno 1859. Da questo momento, la storia si fa più lineare e accomuna Cotignola agli altri paesi della Romagna. Dopo la liberazione dalla dominazione pontificia,si susseguirono episodi di lotte sociali, intolleranza
e brigantaggio.
Il 2° conflitto mondiale rappresenta certamente il capitolo più doloroso per la storia di Cotignola: rase al suolo oltre l’80% delle abitazioni, numerosi i caduti.
“Rimasto isolato fra i due fronti, pur gravemente provato da bombardamenti aerei e terrestri, resistette impavido alle dure sofferenze, subendo la perdita di molti dei suoi figli migliori e la distruzione di beni ed edifici”.
Con queste parola lo Stato italiano ha riconosciuto il grande valore dimostrato dal Comune di Cotignola durante la guerra e lo ha decorato con una Medaglia d’argento al valore civile.